DEFLAZIONE...DOVE SEI SPARITA?

Esattamente un anno fa (vedi blog del 25 febbraio 2021) eravamo impegnati a spiegare che cosa fosse la reflazione e come questa potesse servire ad aumentare la scarsa inflazione nemica della ripresa economica…

Invece oggi siamo tutti qui (il sottoscritto, i giornali, le tv…) a parlare di inflazione fuori controllo: premonitrice davvero l’immagine di un anno fa dell’apprendista stregone a cui sfuggono di mano le proprie magie.

Sic transit gloria mundi…anche in economia! La deflazione è sparita, la discesa dei prezzi è terminata e quasi improvvisamente ci svegliamo in un mondo dove rispetto a 12 mesi fa le principali materie prime, anche alimentari, segnano aumenti vertiginosi : greggio e gas naturale in media + 50%, metalli + 20%, mais + 35%, grano, soia e zucchero circa + 25%, ed il caffè che sfiora l’80% in più.

E questi sono gli aumenti calcolati sui prezzi alla produzione, alla quale devono essere aggiunti i costi di trasporto, i passaggi distributivi e le imposte, per cui il cosiddetto peso finale del carrello della spesa o ancora meglio “il paniere” dei beni di consumo sul quale vengono calcolate  le variazioni dell’inflazione ha raggiunto effettivamente livelli preoccupanti.

La teoria sentenzia, accademicamente, che l’inflazione troppo alta “erode il valore interno di una moneta ed il suo potere di acquisto”. La pratica ci viene incontro e capire perché l’inflazione troppo alta sia così dannosa non è così complicato: ogni scontrino che riceviamo è lì a spiegarcelo materialmente.

Più difficile è capacitarsi di come questo sia successo in pochi mesi, e allora proviamo a riavvolgere il nastro e visto che oggi giochiamo in casa e non possiamo fare finta di niente, guarda caso, scopriamo che già un mese dopo, a marzo del 2021, il blog di questo sito si occupava della ripresa dei costi delle materi prime.

Lo riassumiamo, ve lo risparmio, ma le cause individuate allora restano più che valide anche oggi: aria di forte ripresa economica e speculazione.

La tempesta perfetta

L’economia davvero adesso sta ripartendo più velocemente: con la graduale revoca delle restrizioni  le persone hanno ripreso a viaggiare e ad andare al ristorante. Acquistiamo di più, utilizzando parte del denaro che non avevamo potuto spendere durante il lockdown.

Inoltre la pandemia sembrerebbe anche aver cambiato il nostro modo di vivere e di lavorare, modificando quindi le nostre esigenze. E’ aumentata ad esempio la richiesta di dispositivi elettronici, e componenti indispensabili  come i semiconduttori sono improvvisamente difficili da reperire. Anche la comparsa degli “ecobonus”  ha fatto lievitare la richiesta di materiali e di manodopera per la manutenzione dell’abitazione, ed i vari Piani di Ripresa che tutti gli Stati hanno messo a punto richiedono più materie prime e più energia.

Energia: eccola la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La tristissima vicenda Ucraina ed il timore sull’ interruzione degli approvvigionamenti di gas, le pale eoliche che in molti paesi non hanno potuto funzionare a causa della minore intensità dei venti, le centrali idroelettriche che in Brasile hanno risentito della siccità, e l’inverno particolarmente freddo, calcolano gli economisti, stanno incidendo sui prezzi finali all’incirca del 50%

Per cui, facilissimo, quando le imprese non riescono a tenere il passo con il ritmo a cui i consumatori desiderano acquistare e devono ricostruire le catene di approvvigionamento, i prezzi aumentano. In economia questo fenomeno è denominato “legge della domanda e dell’offerta” e… della speculazione. Se la domanda è eccessiva e l’economia cresce,  sarà molto più facile per le imprese incrementare i prezzi senza il timore di perdere clienti!

Le prospettive ed il ruolo delle Banche Centrali

Attenzione prima di tutto a non farci ingannare dai numeri.

Oggi l’inflazione in termini di aumento percentuale è elevata perché lo scorso anno era molto bassa: per misurarla infatti confrontiamo le variazioni dei prezzi da un anno all’altro e l’anno scorso, al culmine della pandemia, i prezzi sono stati eccezionalmente bassi (ad esempio in Germania ci fu una riduzione dell’imposta sulle vendite). Quindi confrontando i prezzi più elevati di oggi con quei livelli molto esigui, le differenze appaiono marcate. Questo fenomeno, anche psicologico, noto come “effetto base”, svanirà piuttosto rapidamente con le prossime rilevazioni “anno su anno”.

Poi ad un certo punto i consumatori termineranno gli acquisti di beni e servizi rinviati durante la pandemia. Ci vorrà forse del tempo ma lo squilibrio tra domanda e offerta è destinato ad essere gradualmente riassorbito, poiché le imprese ricominceranno ad aumentare la produzione.

C’è poi un motivo tecnico per cui in molti economisti c’è la ferma convinzione che il peggio stia passando, in quanto in questa partita sono scese in campo le Banche Centrali, per prima la Federal Reserve negli Stati Uniti e ora a seguire la nostra BCE. L'arma per spegnere l’inflazione, che è ormai un mantra, si chiama “aumento dei tassi”. Alzando il costo dei finanziamenti ai privati e alle imprese, e allo stesso tempo operando una graduale riduzione degli stimoli fiscali messi in campo durante la crisi pandemica, c’è la quasi matematica certezza che il peso dell’inflazione sia destinato a rientrare.

Ce la faranno i nostri banchieri o queste previsioni verranno smentite?

Per saperlo, magari, rileggiamoci fra un anno questo blog…!


Giuseppe Gentili - Personal Advisor

Dott. Giuseppe Gentili

Giuseppe Gentili è un Personal Advisor. Ha ottenuto la certificazione EFPA nel 2012 e dal 1999 è iscritto all'Albo Unico dei Consulenti Finanziari

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