Usa-Cina, e guerra dei dazi (e delle valute…): Spiegano in una nota gli esperti: ” Ci aspettiamo ulteriori pressioni sulla Federal Reserve da parte della Presidenza per sostenere l’economia statunitense” che, dopo la crescita impetuosa degli ultimi anni, ma è fisiologico, denuncia segnali di rallentamento. Qualcuno parla già di una futura recessione, ma al momento questa probabilità è “prezzata” al 35% circa.
Perciò, a meno che il presidente Donald Trump non decida di sospendere i dazi previsti a settembre, la Fed probabilmente taglierà i tassi nello stesso mese, lasciando la porta aperta anche per ulteriori ribassi entro fine anno. Questo continuerà probabilmente a sostenere i mercati, e se la situazione si deteriorerà troppo, Trump cercherà probabilmente di arrivare una tregua. Il percorso potrebbe tuttavia essere irregolare”. Nel frattempo come abbiamo visto la Cina risponde colpo su colpo, e l’altro Presidente, Xi Jinping, è accusato di manipolare il cambio della valuta. Pur negando un intervento ufficiale, la People’s Bank of China ha permesso allo Yuan di attraversare una repentina svalutazione per rendere l’export di questo paese più attrattivo. Come finirà? Molti analisti concordano sul fatto che una sorta di tregua o di accordo sarà raggiunta nel corso dell’anno o, più probabilmente, all’inizio del 2020, per garantire a Trump un contesto economico dignitoso prima di presentarsi alle prossime elezioni. Oro, il “porto sicuro”: ai massimi da 5 anni, ( ma ancora lontano dai livelli di agosto 2011) sembra in questo momento la panacea a tutti i mali: è normale, in periodi di incertezza succede. Dovessi dare un consiglio, (e ogni tanto lo faccio…) lo farei vendere a chi già ce l’ha e non lo farei acquistare a chi me lo richiede. Il motivo? E’ quotato in dollari, per cui a livelli molto cari di prezzo si aggiunge la forza della valuta americana che potrebbe non durare. Fra qualche mese, se decidessimo di rivenderlo, l’eventuale cambio sfavorevole annullerebbe il potenziale ulteriore apprezzamento di questo bene rifugio. Rallentamento economico: ormai è un dato di fatto, le previsioni del Fondo Monetario Internazionale per il 2020 indicano un rallentamento e poi una ripresa nel 2021. I mercati azionari potrebbero, con le correzioni delle scorse settimane, già avere scontato questa situazione.
Ricordiamo comunque che da inizio anno, sempre a livello mondiale, pochissimi indici azionari sono rimasti al palo (uno di questi è quello italiano) per cui qualche presa di beneficio dai massimi raggiunti è nella norma e non dovrebbe sorprendere.
Sempre a proposito di indici, dobbiamo segnalare che, al contrario, prosegue il recupero generalizzato di tutti i fondi obbligazionari favorito dai bassi rendimenti dei titoli e dalle prospettive di ulteriori tagli dei tassi (vedi sopra). Infine abbiamo citato l’Italia…qualcosa di nuovo sotto il sole? Come tutti i miei clienti sanno non parlo mai di politica, ma la risposta, ahimè, a questa domanda è…no! L’ennesima nostra crisi interna è un dato che gli operatori internazionali da decenni ormai mettono in conto: non dobbiamo certamente rallegrarcene, ma sappiamo che il peso del nostro indice è assai relativo rispetto alle sorti dei listini mondiali. Aspettarci comunque nei prossimi mesi un aumento dello spread è normale, questa è sicuramente la previsione più facile da formulare.
Conclusioni: continuiamo comunque a monitorare da vicino
la situazione, senza dimenticare che il periodo estivo, statisticamente, è da sempre caratterizzato dall’aumento della volatilità. Come in passato, nel caso di repentini mutamenti dello scenario internazionale e del quadro macro economico, esaminando ogni linea di investimento, sarà mio dovere apportare insieme a Lei tutti gli aggiustamenti che si riterranno necessari. Sempre a disposizione, è graditissimo il momento per augurarle un sereno e, ne sono certo, meritatissimo, periodo di riposo. A presto comunque!