Sono tre le componenti che giuseppe gentili considera fondamentali per mitigare il rischio di un investimento: tempo, diversificazione e delega.
“Rischio” è una delle parole più antipatiche, per qualsiasi investitore. Perdere non piace a nessuno, mai. Non ci piace arrivare secondi nello sport, nel lavoro, nella vita di tutti i giorni… figuriamoci se si parla di denaro.
Le ricorrenti crisi finanziarie e i grandi fallimenti hanno contribuito inoltre a diffondere negli investitori timori e l’avversione per investimenti senza un rendimento certo.
Esistono degli antidoti?
“Iniziamo dalle definizioni. Il termine rischio trova fonte attendibile dall’antico italiano risicare, che significa osare, con lo scopo di ottenere quindi un beneficio.
Ricordiamo Rischiatutto!, il mitico gioco di Mike Bongiorno, recentemente riproposto in TV: le caselle Rischio consentivano al concorrente di poter puntare una cifra a sua scelta e rispondere a una domanda in 30 secondi. Nel caso di risposta errata gli sarebbe stata detratta, ma in caso di risposta esatta la cifra veniva aggiunta al suo capitale di gioco. Dobbiamo però parlare anche di statistica.
Dai primi studi in materia, nei quali si tendeva ad attribuire al rischio una valenza esclusivamente negativa, si è passati ad una connotazione in cui questa parola viene sostituita dal termine incertezza, o ancora meglio volatilità. Anche in statistica, e non solo ai telequiz, il rischio indica quindi un evento che potrebbe avere conseguenze negative o positive, potendo rappresentare quindi anche un’opportunità.
Per cui bisognerebbe parlare di rischio solo quando conosciamo l’esito finale di un evento e ci sono noti tutti ii possibili esiti, e misurabili le probabilità. Se invece queste probabilità non riusciamo a quantificarle, è più corretto parlare di incertezza.”
Ma in concreto cosa bisogna fare per mitigarlo ed eventualmente renderlo nostro alleato?
“Personalmente ho tre consigli per chi volesse attenuare la volatilità: il tempo, la diversificazione e la delega.”
Cosa intende per tempo?
“Il fattore tempo è determinante. Fra quanto tempo dovrò utilizzare i miei risparmi? Questo momento va definito esattamente, e soprattutto rispettato.
Gli investimenti generano valore con gli anni e dobbiamo essere consapevoli che la volatilità è una caratteristica dei mercati: la dobbiamo sfruttare a nostro vantaggio. Se alla prima crisi di borsa decidiamo di liquidare, ci dimentichiamo che le migliori aziende di tutto il mondo producono utili e concorrono al progresso globale nel lungo periodo.”
Cosa si intende per diversificazione?
“Shakespeare, nel Mercante di Venezia, fa parlare così il suo protagonista: “Le mie merci non sono tutte stivate nel ventre di una sola nave, né sono destinate ad un solo luogo, e tutte le mie sostanze non dipendono dalla buona fortuna di quest’anno!”
Quindi, mai più solo immobili, o solo azioni, o solo obbligazioni, e ricordiamo anche che il mondo è grande e riserva molte opportunità: diversificare significa perciò anche investire fuori dalle mura di casa. Più sarà globale il nostro investimento e minori saranno i rischi.”
Rimane la delega... “Dobbiamo imparare ad affidarci (e a fidarci) solo dei Consulenti Certificati, e non di quelli che promettono rendimenti facili e si dichiarano esperti. Le persone adatte a ricevere e gestire una nostra delega ai risparmi dovrebbero possedere alcune caratteristiche oggettive, che possiamo riconoscere in pochi minuti: la capacità di ascolto e di fare domande, un’età adeguata (l’esperienza, anche se in presenza di tanta buona volontà, non si impara a scuola…) e un linguaggio semplice, unite a sincerità e modestia. Il rischio di sbagliare persona è sempre in agguato e, se si somma agli altri rischi che girano sul mercato, la frittata è fatta.”
Giugno 2017 – pubblicato su “Cesena In Magazine”