Che cosa hanno in comune, o meglio, che cosa avranno in futuro, città come Venezia, Nairobi o Calcutta?

L'articolo di questo mese è dedicato ad un focus sulla Belt and Road Initiative, al secolo B.R.I.: per noi italiani ribattezzata “La nuova via della seta”.

Non è solo economia o politica ad alti livelli…come tutto quello che riguarda la Cina il progetto ha dimensioni monumentali e, come potrà percepire scorrendo queste brevi note, le implicazioni, anche per gli investitori di tutto il mondo, saranno davvero notevoli: già da qualche tempo le principali Case di Gestione se ne occupano con strumenti finanziari dedicati.

Infatti, ciò che è positivo per l’economia lo è anche per i mercati finanziari, poche persone metterebbero in discussione questa massima! Ecco il motivo per cui ho deciso di occuparmene.

Contattandomi, sono disponibile ad approfondire di persona questo argomento con Lei, e colgo l’occasione per augurare una piacevole lettura.

1 – La BRI. Che cosa è e come funziona?

Lanciata nel 2013 dal Presidente cinese Xi Jinping, la Belt & Road Initiative, inizialmente definita “One Belt and One Road” (OBOR), può essere descritta come un ambizioso progetto inteso a rafforzare gli scambi commerciali e stimolare la crescita economica. Si tratta di un’iniziativa a lungo termine e di un’importante strategia di sviluppo volta a promuovere la connettività via terra e via mare tra Asia, Europa, Medio Oriente e Africa, che mira a stabilire e rafforzare partnership economiche e la collaborazione fra queste regioni.

2- Quanti e quali sono i Paesi coinvolti?

I Paesi coinvolti sono attualmente 68 e hanno una caratteristica in comune: in senso lato, sono tutti situati tra l’Asia e l’Europa occidentale, ma sarà soprattutto l’Africa, nella nuova rotta via mare, il Continente che in termini di popolazione ne avrà i maggiori benefici: la CNN ha calcolato che la Belt & Road Initiative coprirà il 65% della popolazione mondiale.

3 - Quali sono i cinque obiettivi della B.R.I. per tutti i Paesi coinvolti?

  • miglioramento della solidità finanziaria
  • ampliamento delle reti di infrastrutture
  • miglioramento a livello di produzione agricola, materiali di base, energia e commodity
  • crescita dei settori di consumo
  • modernizzazione dei corridoi economici

4 – Un progetto del genere, che interessa il 40% del PIL mondiale, è davvero realizzabile in concreto?

L’iniziativa è stata inclusa nella Costituzione del Partito Comunista Cinese a ottobre 2017 per rimarcare gli impegni di lungo termine del governo cinese, e sappiamo tutti che questo paese, nel bene o nel male, ha sempre raggiunto gli obiettivi prefissati. Un altro motivo per cui non può fallire è di tipo politico: il progetto si configura come una risposta alla campagna statunitense “Rebalance to Asia”, alla politica di standardizzazione giapponese, alla celere crescita economica dell’India e alla crescente attenzione verso lo sviluppo dei partner commerciali di Pechino. Per la Cina, l’iniziativa mira allo sviluppo di legami internazionali per porre rimedio a tematiche quali l’assorbimento della sovraccapacità produttiva delle aziende locali e il mantenimento un’elevata percentuale di crescita del PIL.

5 – E L’Italia, come ne sarà coinvolta?

Venezia, anche per il ruolo storico e culturale che da sempre ne fa un punto di contatto privilegiato verso Oriente, sarà la città direttamente interessata: ma, al di là dei simboli, per tutta l’Italia si tratterebbe di recuperare centralità non solo nei confronti della Cina — dove ci siamo trovati spesso più a rincorrere che a fare da guida — ma soprattutto di relazione a uno sviluppo chiave per il futuro delle relazioni con l’Asia. Il potenziale dell'Italia sta nei suoi porti sul Mediterraneo, più che nel commercio delle merci cinesi e nelle partnership industriali.

Un esempio? E’ già in cantiere un progetto di “unità dei porti” dell’Alto Adriatico per accogliere le navi Cinesi con Trieste, Capodistria e Fiume proiettate verso Est, e Ravenna, Chioggia e Venezia per il Nord e l’Ovest.


Giuseppe Gentili - Personal Advisor

Dott. Giuseppe Gentili

Giuseppe Gentili è un Personal Advisor. Ha ottenuto la certificazione EFPA nel 2012 e dal 1999 è iscritto all'Albo Unico dei Consulenti Finanziari

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