Il paradiso dei cassieri? La Digital Valley!

Contante sì, contante no? La risposta (forse) arriva dalla Svezia…

In queste settimane il nostro Governo sta facendo di tutto per incentivare i pagamenti elettronici, strumenti che in Italia, è risaputo, non sono particolarmente diffusi.

Secondo una recente ricerca del Politecnico di Milano, in Italia nel 2018 solo il 26% delle transazioni è avvenuto con una carta, contro una media europea superiore al 53% (peggio di noi fa solo la Germania, con il 17%).

Certo, i sistemi che rinunciano al contante sono effettivamente in costante crescita anche nel nostro Paese, (ad esempio, sempre secondo la ricerca, il numero delle operazioni effettuate senza contanti è salito del 16% rispetto all’anno precedente) ma la media europea è ancora molto lontana.

Il dibattito sul cosiddetto “cashless” è acceso ed articolato, e, naturalmente senza addentrarsi in alcun giudizio politico, vede da una parte convinti sostenitori della tesi che si possa vivere senza contanti, e dall’altra, opinioni più articolate e perplesse.

In sintesi il partito del sì sostiene che i pagamenti digitali, grazie alla loro tracciabilità, possono essere una efficace misura per la lotta all’evasione fiscale: infatti, minor uso di contante (attualmente il limite è ancora fissato a 3.000 euro ma potrebbe essere destinato a scendere fino a 1.000…) può anche significare meno riciclaggio, meno rapine e furti, contrasto al lavoro nero, minori inefficienze legate alla gestione della liquidità ed anche, perché no, una maggiore igiene ed una diminuzione degli errori umani in termini di contabilità.

Invece il partito del no, vede soprattutto il rovescio della medaglia, che potrebbe essere quello dell’aumento dei costi di gestione per gli esercenti e le piccole aziende, (il tema delle commissioni sulle carte di credito resta centrale); inoltre, una scarsa “educazione digitale” di vaste fasce della popolazione, l’ aumento delle truffe informatiche, i cybercrimini ma anche il rischio di un enorme Grande Fratello che controlla e registra tutti i nostri movimenti contabili sono, secondo questa fazione, fattori determinanti che devono essere considerati prima di “imporre”qualsiasi limitazione.

Addirittura, ma l’Italia è bella anche per questo, esistono anche movimenti che parlano di “attentati contro la libertà”.

Eppure dovremmo sapere che ci sono Paesi dove il contante è quasi un lontano ricordo.

Un esempio su tutti? La “digitalvalley” d’Europa, la Svezia: a Stoccolma si paga il caffè con bancomat, e si usa la carta di credito anche in Chiesa, per accendere le candele o fare le offerte.

“We don’tlike cash”, “No cash”, “ Cash free area”, sono i cartelli che si incontrano.

Già dall’autobus gli autisti vendono il biglietto a chi paga con carte e smartphone, e, anche al bagno dei luoghi pubblici, ai tornelli, le mance non sono gradite… solo “cards”, per accedervi!

L’obiettivo per il paese scandinavo è il 2025, fissato per raggiungere il limite del “quasi cash free” ed infatti dal 2010 ad oggi, l’uso delle banconote è diminuito dal 40 al 10%.

Certo, una popolazione più giovane e abituata al digitale, ed una conformazione geografica che deve per forza unire centri abitati isolati con sistemi meno fisici, aiutano questa tendenza, mentre in altri paesi, compreso il nostro, o in generale in un mondo senza contante, i gruppi più vulnerabili come poveri, anziani e migranti potrebbero essere ancora più marginalizzati….

Concludendo, ma senza volerlo, il dibattito ritorna politico, ma questa volta con la “P” maiuscola, e si sposta al tema, molto caro agli economisti, della “Inclusione Finanziaria”.

Da una parte una società ricca, agevolata dalla svolta digitale, e dall’altra una società povera che non ne avrebbe alcun beneficio.

Chi ha ragione?

Mah, forse solo il lancio di una monetina (o di una banconota) potrà deciderlo…!


Giuseppe Gentili - Personal Advisor

Dott. Giuseppe Gentili

Giuseppe Gentili è un Personal Advisor. Ha ottenuto la certificazione EFPA nel 2012 e dal 1999 è iscritto all'Albo Unico dei Consulenti Finanziari

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