“Euribor” è una sigla che conoscono ormai tutti. Ma forse non tutti sanno come si calcola, o meglio, come si calcolava perché…da gennaio 2020…
Chi davvero non ha mai sentito parlare dell’Euribor?
Anche i meno esperti in finanza, nel momento di contrarre un mutuo o di approcciarsi ad un prestito, infatti, hanno sentito almeno una volta nominare questa sigla che, letteralmente, è l’acronimo inglese delle parole Euro Inter Bank Offered Rate, e che consiste in una specie di tasso di riferimento, variabile ogni giorno, al quale poi viene aggiunto o sottratto uno spread.
Quindi, tradotto, “tasso interbancario offerto”, e calcolato attualmente come una media giornaliera.
Le 18-20 principali Banche europee ancora oggi, ogni mattina, si telefonano (si, avete capito bene!) e decidono a quale tasso si scambieranno per scadenze settimanali, mensili, trimestrali, semestrali e annuali, il denaro. Poi, sulla base di questi dati, elaborano una media/indice che viene anche pubblicata sulle principali testate di informazione e utilizzata, ad esempio, per tutti i mutui a tasso variabile o per molti prestiti e contratti bancari.
Ma non solo: su questo indice vengono anche costruite complesse operazioni finanziarie, come swap e derivati, per cui si calcola che l’ammontare di queste transazioni superi il triliardo di dollari: un mercato così importante che in anni recenti ha visto fiorire anche truffe e condanne per manipolazioni, come lo “scandalo euribor”, che scoppiò a Londra nel 2008 coinvolgendo anche un giovanissimo trader italiano.
E’così che, proprio per evitare il più possibile queste manipolazioni, dal primo gennaio 2020, dopo una lunga fase di dibattito, l’euribor verrà calcolato con un diverso sistema ritenuto più affidabile: in sostanza, il “nuovo” Euribor dovrà davvero basarsi sugli scambi di denaro effettivi, e non su quelli dichiarati o promessi.
Ci sarà naturalmente un periodo di transizione previsto in 2 anni, per cui (molto importante) i vecchi contratti non subiranno modifiche (non è una sostituzione di tasso, ma di un metodo di calcolo) ed il nuovo sistema influenzerà solo i contratti sottoscritti dal 2020.
In pratica, che cosa cambierà?
Dai test effettuati, le differenze di valore fra i vecchi e i nuovi tassi sembrano minime (comprese fra uno e cinque centesimi) e comunque a favore dei clienti, per cui, all’atto pratico, questo cambiamento porterà un maggior disagio solo alle banche, che dovranno anche adeguarsi a livello tecnico e di procedure. Inoltre il nuovo parametro sarà meno prevedibile, come succede tipicamente per tutti gli indici quotati sui mercati finanziari, che si basano appunto su scambi effettivi.
Quindi, ancora una volta, accogliamo con favore qualsiasi modifica che serva ad aumentare la fiducia e la trasparenza, con una precisazione scontata per noi operatori ma doverosa per chi legge: il nuovo tasso Euribor non riguarderà le operazioni a tasso fisso, che continueranno ad essere parametrate all’ “Eurirs”: ma questa è un’altra sigla…(!)