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Rappresentazione visiva dell'articolo: Borse: è cominciata la grande rotazione. Temporale estivo o fenomeno strutturale?

Cosa è successo alle “magnifiche sette”?

La volatilità era in aumento già da qualche settimana, ma nessuno si sarebbe aspettato che Wall Street, mercoledì 24 luglio, archiviasse la peggiore seduta dal 2022.


Quasi tutta colpa delle Big Tech, e della decisione dei traders di vendere queste posizioni per puntare su altro. E così Apple, Microsoft, Alphabet (Google), Amazon, Nvidia, Tesla e Meta Platforms, ossia le aziende che coprono circa il 30% del peso totale dell’S&P500, e altrettanta importanza rivestono sul listino Nasdaq, sono scivolate dai massimi degli ultimi mesi.


ALPHABET – AMAZON 3 MESI



Le cause: come funziona la rotazione settoriale

In pratica stiamo assistendo ad un cambio di rotta sugli indirizzi di investimento. Gestori e operatori del mercato americano hanno messo in atto una “rotazione settoriale” che, disimpegnandosi parzialmente dai titoli hi-tech, permette di prendere profitto su questo comparto dopo i notevoli rialzi cominciati alla fine del 2022.


Inoltre, per alcuni di questi titoli, è il caso di Nvidia, Microsoft ed Apple, le vendite sono state alimentate anche dalla notizia in base alla quale l’amministrazione Biden, agli sgoccioli, starebbe prendendo in considerazione un’ampia regolamentazione per limitare le aziende che esportano in Cina le loro apparecchiature fondamentali per la produzione di chip.


A questo si è aggiunto qualche timore sul fatto che la crescita degli utili dei tecnologici non si riveli ormai più sufficiente per giustificare il boom degli investimenti in Intelligenza Artificiale.


Dove vanno le vendite? Obbligazioni, small caps e…

Per i fondi bilanciati o più prudenti la liquidità così creata ha una via quasi obbligata: i tassi stanno ricominciando a scendere, ed il mercato delle obbligazioni offre in questo momento una straordinaria opportunità di ingresso: c’è la possibilità di assicurarsi, sul tasso fisso, condizioni vantaggiose che potranno stabilizzare il rendimento dei portafogli per alcuni anni.


Invece per i comparti azionari, gli operatori hanno deciso di riposizionarsi su altri segmenti del listino fino ad ora più trascurati e il reinvestimento delle Case di gestione predilige soprattutto small caps (titoli a a più bassa capitalizzazione) e blue chips (azioni con solidi fondamentali e con utili stabili).


Il ragionamento? Siccome i titoli minori sono più sensibili agli alti tassi, gli utili delle small cap, che avevano sofferto per cinque trimestri proprio a causa del costo del denaro elevato, potrebbero risollevarsi. L'economia prospererà man mano che Powell allenterà il freno e anche l’elenco dei vincitori nei mercati si amplierà.


…caro vecchio Dow Jones

Il Dow Jones , abbreviazione di Dow Jones Industrial Average, è uno degli indici azionari più importanti al mondo in quanto rappresenta le performance di un gruppo selezionato di 30 grandi società statunitensi quotate alla borsa di New York.


Creato nel 1896 da Charles Dow e Edward Jones con l’obiettivo di studiare un metodo semplice e comprensibile per descrivere le fluttuazioni del mercato azionario, allora era composto solo da segmenti “core”: inizialmente 12 società: dalle ferrovie al cotone, passando per il gas, lo zucchero, il tabacco e il petrolio.


Oggi questo indice ospita alcune delle cosiddette “blue chips” (il termine deriva dal gioco d’azzardo, primo di tutti il poker, nel quale si fa uso di fiches, dove quella con il valore maggiore è proprio quella di colore blu). Pertanto, si è deciso di attribuire questa nomenclatura alle “migliori” società (guarda caso anche nel gioco del Monopoli le proprietà di colore blu sono le più costose).


Dal di qui è partita una lunga corsa, e oggi il mix delle 30 società che compongono l’indice sta decisamente tornando di moda, anche grazie a una caratteristica unica: le aziende di riferimento non sono fisse, ma cambiano al mutare del comparto economico con le valutazioni che vengono effettuate dal comitato di redazione del Wall Street Journal.


E questo comitato ha lavorato bene, perché il 16 maggio scorso, per la prima volta nella sua storia, l’indice ha superato i 40.000 punti. Ed è da questa soglia, anche psicologica, che la rotazione ha preso spunto.


Borse: cambia il clima o è solo un temporale estivo?

Nei mercati finanziari gli episodi di maggiore volatilità sono spesso dovuti alla riduzione degli scambi, ossia al fatto che ad un determinato aumento del volume di acquisti o vendite, non siano presenti, nelle controparti, gli stessi numeri. Facile, perciò, che proprio nel periodo estivo il fenomeno del cosiddetto mercato “sottile” si ripresenti puntualmente.


Nelle ultime settimane però questa volatilità, fisiologica, ha dovuto fare i conti anche con fenomeni esogeni, come l’annuncio dell’abbandono della corsa alla Casa Bianca di Biden, o, appunto, la rotazione settoriale.


Ma attenzione ai segnali, perché per capire la portata delle variazioni settoriali, esiste un indice specifico, il Relative Rotation Graph (RRG). Si tratta di un grafico suddiviso in quattro quadranti che rappresenta le tendenze di forza relativa e di momentum dei vari comparti azionari rispetto ad un benchmark, in un determinato orizzonte temporale.


Come si evince da questo grafico infatti sembra ancora presto per trarre eccessive conclusioni: nelle ultime cinque settimane, l’unico indice che ancora guida (“leading”) è il Nasdaq Composite ($COMPQ), mentre ancora in ritardo (“lagging”) risulta proprio il Dow Jones ($INDU).


Osservato speciale, in positivo, invece un altro indice, decisamente in miglioramento (“improving”).


Di che indice si tratta? Ecco un piccolo quiz per la vostra estate: buona soluzione!



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