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Rappresentazione visiva dell'articolo: Di  doman non v'è certezza.

“Chi vuol esser lieto sia, di doman non v’è certezza”, è questo probabilmente il verso più celebre e ripetuto del lungo canto Il trionfo di Bacco e Arianna scritto da Lorenzo de’ Medici, detto Il Magnifico, nel 1490.Come nella vita di tutti giorni, anche in finanza, esistono infatti eventi stimabili con un margine di errore ridotto, ed eventi che invece non sono affatto prevedibili, ossia incerti per definizione.Non si tratta solo di una percezione degli analisti perché i risultati dell’incertezza sull’economia e sulla vita di tutti i giorni sono sotto i nostri occhi. Tra questi, il rinvio delle decisioni e delle spese, e la mancanza di prevedibilità nella pianificazione a breve termine delle aziende.In questo blog ci occuperemo dell’indice che misura questo impatto, perché per questo indicatore il gennaio 2025 è stato il terzo peggior mese negli ultimi 17 anni e solo l’inizio della pandemia di Covid-19 (2020) e l’ultima guerra tariffaria di Trump contro la Cina (2019) avevano visto toccare livelli simili.


Indice W.U.I.: come funziona

Il W.U.I., acronimo di World Uncertainty Index, è una misura che tiene traccia dell'incertezza in tutto il mondo attraverso l'estrazione di dati estrapolati dai rapporti nazionali e curato dall’Economist Intelligence Unit. L'indice è disponibile per 143 paesi e i dati raccolti vengono aggiornati trimestralmente.L’ Economist Intelligence Unit, (E.I.U.) è una unità di business del primario gruppo editoriale “The Economist” che fornisce previsioni e servizi di consulenza economici attraverso ricerche ed analisi di mercato, come ad esempio rapporti informativi mensili sulle nazioni, previsioni economiche sul medio periodo, report industriali e sul rischio dei Paesi.L'E.I.U. ha diversi uffici in tutto il mondo inclusi due uffici in Cina e uno a Hong Kong,Ad esempio, negli Stati Uniti questo indice si basa su tre parametri principali.Il primo si fonda su ricerche automatizzate effettuate su importanti testate giornalistiche. L’obiettivo è rilevare il sentiment trasmesso dai media, e quindi quello percepito dagli operatori economici, in particolare quelli retail.Il secondo parametro si basa sul “Survey of Professional Forecasters”, un sondaggio periodico condotto dalla Federal Reserve Bank di Philadelphia, che raccoglie previsioni macroeconomiche di un gruppo di esperti. Variabili chiave legate alla politica economica sono ad esempio l’indice dei prezzi al consumo e la spesa pubblica federale e statale.Il terzo parametro considera il numero e il peso economico delle disposizioni temporanee delle Autorità. Più numerose e rilevanti sono, maggiore è l’incertezza, poiché non è chiaro se tali misure verranno rinnovate, modificate o abbandonate.Altri parametri, sempre validi e utilizzati in tutti i Paesi, , riguardano l’ analisi dei media, ossia il numero di articoli di giornale e dei i termini utilizzati per descrivere l'incertezza economica in relazione alle politiche economiche; i sondaggi e gli studi di opinione e l’analisi di indicatori economici come il PIL, l'inflazione e il tasso di disoccupazione, che possono fornire ulteriori informazioni sulla situazione economica generale.


Il picco

Con l'avanzare del 2025, l'economia mondiale si trova a un bivio. L'incertezza, alimentata dalle tensioni geopolitiche, dalle politiche commerciali erratiche e dagli shock climatici, ha creato un contesto precario in cui le imprese esitano a investire, i consumatori riducono le spese e i mercati finanziari rimangono volatili. Il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha rimescolato le relazioni internazionali, innescando nuove ondate di barriere commerciali e di frammentazione economica.Addirittura, a proposito di dazi, esiste addirittura un “sotto-indice”, il T.P.U. Index (Trade Policy Uncertainty Index), che si basa su ricerche testuali automatizzate negli archivi elettronici di sette quotidiani: Boston Globe, Chicago Tribune, Guardian, Los Angeles Times, New York Times, Wall Street Journal e Washington Post.L’indice viene calcolato contando, per ciascun quotidiano, la frequenza mensile degli articoli che trattano l’incertezza sulla politica commerciale.Anche le nuove previsioni dei rischi globali del recente World Economic Forum non hanno di certo aiutato a portare certezze… a gennaio, in Svizzera, è stato pubblicato il Global Risks Report 2025: conflitti armati, disinformazione e rischi ambientali risultano essere le tre minacce principali mentre nei prossimi due anni, e qui l’impatto è decisamente economico, il rischio maggiore è proprio definito “cost-of-living crisis”.


Gli effetti immediati: il prezzo dell’oro

La correlazione tra Indice di Incertezza Economica, Propensione al Risparmio e Investimento in Beni Rifugio è facile da comprendere.In periodi di alta incertezza, gli investitori sono spesso inclini a spostare il loro capitale verso beni considerati "rifugio". Questi beni includono oro, immobili e obbligazioni governative sicure, poiché tendono a mantenere il loro valore anche in tempi di crisi.L'oro ha ripetutamente dimostrato un valore stabile in tempi di volatilità dei mercati e incertezza economica, mostrando un interesse superiore rispetto al tradizionale ruolo di bene rifugio contro l'inflazione. Il recente aumento oltre i 3.000 USD per oncia è dovuto principalmente a diversi fattori macroeconomici globali. Ad esempio, i conflitti commerciali, in particolare tra gli Stati Uniti e altri paesi, hanno generato incertezze che hanno rafforzato l'interesse verso l'oro come rifugio sicuro. L'aumento del prezzo dell'oro negli ultimi anni potrebbe proseguire anche nel 2025 in risposta a tali tensioni geopolitiche.Da ricordare che anche negli anni successivi al primo insediamento di Donald Trump, nel 2017, l'oro ha mostrato uno sviluppo notevole. In particolare, la politica commerciale degli Stati Uniti e le relative aspettative sui tassi di interesse hanno rafforzato la domanda di oro come copertura contro rischi economici e politici. Un contesto di livelli di inflazione più elevati e, appunto, l'aumento delle incertezze, hanno contribuito a rendere l'oro un'opzione attraente per gli investitori.


La quota di risparmio

Quando l'incertezza economica aumenta, le famiglie tendono a risparmiare di più. Ciò accade perché gli individui si preoccupano per il futuro e vogliono accumulare risorse per affrontare eventuali difficoltà economiche.Comprendere l'indice di incertezza economica e le sue implicazioni per la propensione al risparmio e agli investimenti è cruciale per interpretare il comportamento delle famiglie e degli investitori in momenti di crisi. La correlazione tra incertezza e risparmio è ben documentata e offre spunti utili per politiche economiche e strategie di investimento.Guarda caso nel 2024 il 59,4% degli italiani ha dichiarato di aver risparmiato negli ultimi dodici mesi e questo dato ha segnato un incremento rispetto al 53,5% del 2022 e al 54,7% del 2023. Sempre nel 2024 è tornata a salire la liquidità sui conti correnti degli italiani: quasi 20 miliardi di euro in più in un anno.A conferma di questo anche l’Osservatorio “Look to the Future” promosso da Athora Italia, compagnia assicurativa specializzata nel ramo vita, in collaborazione con Nomisma, istituto di ricerca economica e sociale, ha recentemente fotografato il rapporto degli italiani con risparmio e investimenti e l’indagine rivela che il 66% degli italiani si sente insicuro sul futuro.


Dopo il picco?

Gli operatori finanziari da molti anni utilizzano l’indice W.U.I., e il monitoraggio attento delle soglie raggiunte è considerato un ottimo indicatore di “momentum”.Inoltre, estremizzando, anche un certo grado di volatilità, e quindi di incertezza, può fare bene ai mercati, poiché la destabilizzazione a tendere non può che generare nuova stabilità. Anche un occhio poco esperto riconosce che nel passato, toccati certi livelli, l’incertezza è subito diminuita e sono poi seguiti periodi relativamente più lunghi di “normalità” nella quale i mercati hanno ripreso a correre più di prima.Sarà così anche in questo 2025?Nessuno può sapere quando questo periodo si concluderà, ma è probabile che il 2025 rappresenti un anno di consolidamento per le grandi capitalizzazioni americane, aprendo così spazi di crescita per aziende europee e asiatiche, che potrebbero beneficiare di nuovi flussi di capitale.Nel momento in cui scriviamo i mercati finanziari sono in attesa del 2 aprile, data in cui gli Stati Uniti annunceranno nuovi ufficialmente dazi.Vedremo cosa accadrà e, soprattutto, come i mercati ci arriveranno. Nel frattempo…”chi vuol esser lieto sia…”

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