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Rappresentazione visiva dell'articolo: "Farò il pompiere!" Borse alla ricerca dei miliardi bruciati.

Miliardi bruciati

Perché si dice così quando la Borsa scende (e nessuno lo dice quando risale)?

È successo ancora, questa volta dopo le caotiche dichiarazioni di Donald Trump del “Liberation day”:le Borse mondiali hanno registrato forti ribassi, e i giornali ci hanno bombardato di titoli allarmanti:“Bruciati 3.000 miliardi in un giorno”,“Crollano i mercati, persi miliardi di euro”,“Una tempesta perfetta manda in fumo la ricchezza”.Leggendo queste notizie, è facile immaginare scene apocalittiche, con immense quantità di denaro che svaniscono nel nulla. Ma è davvero così? I miliardi vanno davvero “in fumo”? E, soprattutto, perché quando i mercati recuperano non si sente mai parlare di “miliardi ritrovati”?Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.


Cosa vuol dire davvero “capitalizzazione di Borsa”

Prima di tutto, serve capire che cos’è la capitalizzazione di Borsa.In parole semplici, è il valore complessivo di tutte le azioni quotate in un mercato e si ottiene moltiplicando il prezzo di un’azione per il numero totale di azioni in circolazione.Facciamo un esempio pratico:se un'azienda ha 1 milione di azioni e ogni azione vale 10 euro, la sua capitalizzazione sarà di 10 milioni di euro. Allo stesso modo, quando si sommano tutte le aziende di una Borsa come Piazza Affari o Wall Street, si può calcolare quanto "vale" il mercato in un dato momento.Se il prezzo delle azioni scende da 10 a 9 euro, anche la capitalizzazione scenderà a 9 milioni di euro: in questo caso si potrebbe dire che “l’azienda ha perso un milione”, ma nessun milione è stato fisicamente bruciato o volatilizzato. È solo una variazione sulla carta del valore di mercato.


Perché i giornali parlano di “miliardi bruciati”?

L’espressione “miliardi bruciati” è in realtà un modo giornalistico per attirare l’attenzione.Serve a trasmettere in modo immediato e drammatico l’idea che il mercato è sceso molto e in poco tempo.In realtà, però, non è che qualcuno abbia preso dei soldi, acceso un fiammifero e dato fuoco a tutto. È chiaro che quando i prezzi delle azioni scendono, anche il valore di mercato cala, ma si tratta di un cambiamento teorico, legato al prezzo di scambio delle azioni.Un buon paragone è quello con il valore di una casa: se il mercato immobiliare va in crisi e il valore dell’immobile scende da 300.000 a 250.000 euro, sempre sulla carta, sono stati bruciati (o persi) 50.000 euro. Ma non è andata a fuoco davvero una stanza della casa, l’immobile non ha un vano in meno…Solo se questa casa venisse venduta nel momento,  la perdita di valore sarebbe reale, ma fino a quando non succede, i soldi non sono persi davvero.Lo stesso vale per le azioni: solo chi vende nel momento peggiore trasforma una perdita virtuale in una perdita reale.


Quando si perdono davvero soldi?

Si perde davvero denaro solo quando si vende a un prezzo inferiore a quello d’acquisto.Se i mercati scendono, ma l'investitore mantiene i titoli, il calo resta una perdita teorica.Al contrario, chi approfitta dei ribassi per comprare titoli a prezzo “scontato” può guadagnare molto nel tempo. È per questo che i grandi investitori, come i fondi pensione o i fondi sovrani, di solito non si fanno prendere dal panico: conoscono bene la ciclicità dei mercati e ragionano su orizzonti temporali lunghi.


Perché nessuno parla mai dei “miliardi recuperati”?

Ed eccoci arrivati alla domanda più interessante: perché i media strillano quando i mercati crollano, ma tacciono quando recuperano?La risposta è semplice: la cattiva notizia fa più notizia della buona.Un crollo improvviso e violento è una storia emozionante, che cattura; un recupero graduale, magari distribuito su settimane o mesi, è molto meno spettacolare.Nei giornalisti esiste addirittura un vecchio motto: “Se sanguina, vende”. E questo vale sia per le notizie di cronaca nera, ma anche per l'informazione finanziaria.Inoltre, ce lo insegna la finanza comportamentale, l’essere umano è più sensibile alle perdite che ai guadagni: una somma di denaro perduta viene percepita emotivamente in modo molto più intenso rispetto al guadagno della stessa entità.


I rischi della disinformazione finanziaria

Questo modo di raccontare i movimenti di Borsa ha delle conseguenze concrete.Quando si martella il pubblico parlando di miliardi bruciati, si alimenta paura e panico, spingendo magari piccoli risparmiatori inesperti a vendere in momenti sbagliati.

Una corretta educazione finanziaria dovrebbe invece aiutare a capire che:

  1. I mercati oscillano per natura.
  2. Le perdite temporanee sono normali.
  3. Investire significa soprattutto saper gestire il tempo e le emozioni, magari non rincorrendo i titoli da prima pagina.


Purtroppo, l'educazione finanziaria resta ancora molto carente, e gli annunci spaventevoli continuano a dominare.


Imparare a leggere “tra le righe” e avere pazienza.

Leggere i giornali o ascoltare le tv è utile, ma senza mai perdere di vista la realtà dietro le parole.La prossima volta che sentiremo parlare di “miliardi bruciati in Borsa”, fermiamoci un attimo a riflettere e pensiamo ai medesimi miliardi che, giorno per giorno in silenzio, dalla cenere, come l’Araba Fenice, rinasceranno dal precedente ribasso.Come successo in tutte le precedenti storie di borsa, anche in questi giorni non stiamo assistendo a una catastrofe irreversibile, ma a una normale fase di volatilità di un sistema finanziario il quale, sempre più globalizzato, è in questo modo anche più complesso.In finanza, ciò che oggi sembra una perdita definitiva può domani trasformarsi in un'opportunità, basta avere calma e disciplina. Come diceva Warren Buffett: "Il mercato azionario è uno strumento che trasferisce il denaro dagli impazienti ai pazienti."  

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