Negli ultimi mesi, l’indice FTSE MIB ha attirato notevole attenzione per aver raggiunto livelli che non si vedevano da anni. Nel blog di questo mese analizziamo le ragioni del rally in corso, i titoli più performanti dell’indice, le prospettive future e le possibili criticità all’orizzonte, dopo l'accordo sui dazi, non entusiasmante, fra Stati Uniti ed Unione Europea.
I numeri
Il FTSE MIB, principale indice di Borsa Italiana, negli ultimi mesi è stato protagonista di una nuova fase rialzista piuttosto significativa.
Nel momento in cui stiamo scrivendo, rispetto alla media dei 50 principali titoli europei, la differenza è notevole: oltre otto punti percentuali.
Per trovare valori simili, storicamente, dobbiamo risalire a circa 18 anni fa. Ricordiamo anche che il minimo storico dell'FTSE MIB40 è stato registrato il 9 marzo 2009, quando l'indice ha toccato il valore di circa 12.000 punti, dopo la crisi finanziaria del 2008, mentre il massimo storico è stato raggiunto il 7 marzo dell'anno 2000, con 51.273 punti.
Da Cenerentola a Principessa: i motivi del rally della Borsa Italiana
Diverse sono le cause che hanno alimentato questo rally: in primo luogo, la ripresa dell'economia italiana accompagnata da dati macroeconomici superiori alle attese e una stabilità politica maggiore rispetto al passato.
Il clima di fiducia è stato favorito dal calo dell’inflazione e da una politica monetaria della BCE orientata verso una maggiore cautela, con una prospettiva di tassi stabili o in futura diminuzione. Questi elementi hanno contribuito a riaccendere l’appetito degli investitori verso il mercato italiano, spesso percepito come sottovalutato rispetto a quello di altri paesi europei.
Un altro elemento chiave è rappresentato dalla buona stagione dei risultati trimestrali delle aziende quotate: molte società dell’indice hanno superato le stime degli analisti, generando aspettative positive sui dividendi futuri e incentivando gli acquisti sia da parte degli Investitori istituzionali che dal mondo "retail".
In questo contesto, soprattutto la solidità del settore bancario italiano e l’assenza di shock improvvisi, con le crisi geopolitiche (ahimè) ormai metabolizzate, hanno fornito la stabilità necessaria per sostenere il trend di crescita.
I protagonisti dell’indice: i titoli che guidano la crescita
Nel rally recente dell’indice italiano spiccano alcuni titoli di peso che hanno fatto da traino all’intero FTSE MIB. In prima linea troviamo le principali banche italiane, quali Intesa Sanpaolo e Unicredit, che hanno beneficiato dell’aumento dei margini grazie ai tassi d’interesse favorevoli e ad una riduzione significativa delle sofferenze bancarie, ma anche le numerose "battaglie in corso" fra alcuni istituti, che preludono a future fusioni o acquisizioni, stanno aiutando la causa del nostro listino.
Pure il settore assicurativo, guidato dal titolo Generali, ha registrato una performance invidiabile grazie a risultati solidi e dividendi attraenti.
Oltre al comparto dei finanziari, si sono distinti i titoli dell’energia: ENI ed Enel, in particolare, hanno tratto vantaggio sia dall’andamento favorevole delle materie prime sia dai nuovi piani di investimento nelle energie rinnovabili. Queste aziende hanno beneficiato anche degli incentivi europei per la transizione energetica, posizionandosi tra i protagonisti della crescita.
Da ultimo, ma non per importanza, va ricordato il settore "difesa", che sta scontando in anticipo i benefici del ReArm Europe Plan: 800 miliardi di € pianificati, entro il 2030, tutti da investire nel comparto.
Prospettive future: andamento a breve e medio termine
Guardando al breve periodo, la tendenza positiva dell’FTSE MIB potrebbe proseguire, grazie alla solidità dei fondamentali delle principali aziende quotate e al clima macroeconomico favorevole. Gli investitori continuano a mostrare attenzione, anche in virtù di multipli ancora relativamente contenuti rispetto ad altri indici europei, il che rende l’Italia attrattiva sul piano valutativo.
Nel medio termine, molto dipenderà dall’evoluzione della politica monetaria da parte della BCE e dalla capacità delle aziende di mantenere margini elevati e performance operative solide. Sarà rilevante monitorare anche gli eventuali sviluppi geopolitici e la resilienza delle economie europee. Tuttavia, la buona diversificazione settoriale dell’indice rappresenta un punto di forza, che potrebbe attenuare eventuali correzioni o turbolenze.
Prevedere in modo preciso la direzione futura dell’FTSE MIB è sempre complesso, ma l’attuale struttura del mercato lascia intravedere, in assenza di shock esterni, una traiettoria ancora costruttiva, almeno nel breve e medio periodo.
Le sfide in vista: l’impatto potenziale dei nuovi dazi sull’indice
L’imposizione dei nuovi dazi inciderà in modo significativo sulla redditività delle aziende esportatrici italiane?
E' probabile che imprese italiane con forti legami commerciali verso gli USA, attive soprattutto nei settori agroalimentare, moda e meccanica, vedono aumentare i costi di ingresso nei mercati statunitensi, riducendo la propria competitività.
In particolare, chi opera con margini ristretti o in segmenti dove il prezzo è un driver cruciale rischia di subire un calo delle commesse.
Di contro, le imprese italiane capaci di presidiare nicchie ad alto valore aggiunto o in grado di trasferire parte dell’aumento dei costi sui prezzi finali potranno limitare la perdita di competitività.
Quindi il peso dei dazi non sarà uniforme: secondo gli analisti molte società del FTSE MIB vantano una forte esposizione internazionale e hanno la capacità di mitigare parte degli effetti attraverso diversificazione geografica e strategie di filiera alternative.
Tuttavia, il rischio di rallentamento della crescita rimane una variabile da non sottovalutare.
Siamo di fronte ad un nuovo punto di svolta?
In conclusione il recente rally dell’FTSE MIB riflette una fase di slancio, trainata da fondamentali solidi e dalla ritrovata fiducia degli investitori. Molto dipenderà da come verranno gestite le incognite, come i dazi: quanto incideranno davvero sulle prospettive del nostro indice?
Abbiamo visto come fattori macro e microeconomici abbiano sostenuto la crescita del FTSE MIB, anche se il futuro riserva ancora nodi da sciogliere. Attenzione ora anche all’evoluzione del contesto internazionale.
Certo, per raggiungere di nuovo il massimo storico dei 51.000 punti, l'incremento richiesto al nostro listino è superiore al 25%, ma qualche gradino di risalita può ancora essere alla sua portata. Chi va piano...
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