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Rappresentazione visiva dell'articolo: Speciale mercati ed elezioni USA: cosa succederà dopo il 5 novembre?

L’elezione alla Casa Bianca ha sempre avuto un impatto significativo sui mercati finanziari globali, poiché il presidente influenza direttamente le politiche economiche, commerciali e fiscali del Paese.


E se il paese si chiama Stati Uniti, tutte le economie del mondo ne saranno certamente coinvolte.


La prospettiva di un’elezione tra Kamala Harris e Donald Trump offre però due visioni diametralmente opposte in termini di politiche economiche e finanziarie, il che solleva molteplici domande su come i mercati potrebbero reagire all’una o all’altra presidenza.


Kamala Harris: Un programma di continuità progressista

Se Kamala Harris dovesse vincere le elezioni, esiste la probabilità che i mercati vedano la sua amministrazione come un’estensione delle politiche progressiste avviate durante la presidenza Biden. Harris ha sostenuto fortemente un’agenda che enfatizza la giustizia sociale, il cambiamento climatico e il rafforzamento della classe media. Questa continuità potrebbe portare a una stabilizzazione dei mercati, ma con alcune aree di incertezza.


Politiche economiche interne e spesa pubblica

Uno dei pilastri dell’amministrazione Harris sarebbe probabilmente l’aumento della spesa pubblica per infrastrutture verdi e programmi di welfare. In questo scenario, gli investitori devono aspettarsi una maggiore espansione del deficit fiscale. Questo aumento della spesa, insieme a politiche di sostegno sociale, porta una crescita economica nel breve termine, specialmente in settori come le energie rinnovabili, la tecnologia e la sanità. Tuttavia, esiste il rischio di un aumento dell’inflazione, a danno dei mercati obbligazionari, e foriero di un nuovo aumento dei tassi di interesse e di una potenziale pressione sui titoli azionari, specialmente nei settori più sensibili come quello immobiliare.


Il settore delle energie rinnovabili invece sarà uno dei principali beneficiari nel caso di una presidenza Harris. Le aziende coinvolte in soluzioni verdi, dalla produzione di energia solare alle infrastrutture per la mobilità elettrica, vedranno aumentare in modo significativo gli investimenti pubblici e privati, rafforzando le loro valutazioni di mercato. Con questo scenario, il consiglio agli investitori è quello di aumentare la loro esposizione a questi settori, in previsione di una transizione energetica accelerata.


Regolamentazione e mercati finanziari

Un altro tema cruciale, in una eventuale amministrazione Harris, è la regolamentazione dei mercati. La vicepresidente ha spesso appoggiato un maggiore controllo sui grandi conglomerati finanziari e tecnologici, cosa che preoccupa soprattutto gli investitori istituzionali. L’introduzione di regolamentazioni più severe nei confronti delle grandi banche e dei giganti tecnologici, che porta all’aumento di costi operativi e di responsabilità legali, potrebbe influenzare negativamente il loro valore di mercato.


Rovescio della medaglia: allo stesso tempo questa regolamentazione più severa fornirà maggiore stabilità nel lungo periodo, riducendo il rischio sistemico e di “contagi” finanziari.


Tasse

Sotto una presidenza Harris, è atteso un aumento delle imposte per le grandi corporazioni e per le fasce di reddito più elevate. Questo significa, nel breve termine, ridurre i margini di profitto di molte imprese. Tuttavia, se l’aumento delle tasse venisse accompagnato da programmi di stimolo e investimenti mirati, le aziende più piccole e i settori emergenti potrebbero beneficiarne, bilanciando parzialmente l’impatto negativo sui grandi gruppi aziendali.


Donald Trump: ritorno al nazionalismo economico

Con la rielezione di Donald Trump, i mercati vedranno il suo ritorno come un segnale di maggiore volatilità, ma anche di opportunità a breve termine per alcuni settori. Molti ricorderanno che durante la sua prima presidenza Trump ha implementato politiche economiche caratterizzate da deregolamentazione, tagli fiscali e da un approccio protezionistico al commercio, imponendo dazi e rivedendo gli accordi commerciali, soprattutto con la Cina.


(Protezionismo che, in tutta sincerità, anche Biden, travolto dalla deglobalizzazione e dai conflitti, ha dovuto suo malgrado mantenere).


L’inizio della “guerra commerciale” tra Stati Uniti e Cina generò incertezza sui mercati globali, portando a oscillazioni nei prezzi delle materie prime e nelle valute.


Un ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe riaccendere queste tensioni, con conseguenze dirette su settori come l’industria manifatturiera, la tecnologia e l’agricoltura, che dipendono fortemente dalle catene di approvvigionamento globali. Tuttavia, per alcune aziende americane che producono principalmente per il mercato interno, il ritorno della politica “America First” potrebbe rivelarsi vantaggiosa, almeno nel breve termine.


Mercati azionari e tagli fiscali

Un secondo mandato di Trump comunque porterà, secondo i suoi annunci, tagli fiscali per le imprese e per gli individui con redditi più alti, oro colato per i mercati azionari. Fu durante la sua prima amministrazione che la riduzione delle tasse portò ad un aumento dei profitti aziendali, spingendo i mercati azionari verso nuovi massimi. Gli investitori, quindi, potrebbero vedere con favore una simile ripetizione, almeno nel breve termine.


Tuttavia l’aumento del deficit fiscale e l’esclusione di ampie fasce della popolazione da questi benefici limiteranno questi effetti positivi nel lungo periodo, perché l’aumento delle disuguaglianze economiche è sempre causa di tensioni sociali, destabilizzanti e con un impatto diretto sui mercati.


Deregolamentazione e settore energetico

Trump ha spesso promosso la deregolamentazione come mezzo per stimolare la crescita economica. In particolare, ha sostenuto il settore energetico tradizionale, inclusi petrolio, gas e carbone, e ha ridotto o rimodellato le normative ambientali. Un secondo mandato di Trump, quindi, potrebbe generare una nuova spinta verso l’espansione della produzione di combustibili fossili, cosa che avvantaggerà le aziende del settore energetico tradizionale. Tutto a scapito delle energie rinnovabili, che dovranno di nuovo rallentare ricerca e investimenti.


La deregolamentazione poi, se estesa anche ad altri settori come quello finanziario e sanitario, certamente porta benedici immediati, ma potenzialmente aumenta il rischio di bolle speculative o di crisi sistemiche nel lungo termine.


Reazioni dei mercati internazionali. Chi festeggia?

L’esito delle elezioni statunitensi ha un impatto diretto sui mercati internazionali, data la centralità degli Stati Uniti nell’economia globale. Sia una presidenza Harris che una presidenza Trump genererebbero reazioni diverse nei mercati esteri.


Una vittoria di Harris verrà salutata come un segnale di stabilità per gli alleati degli Stati Uniti, con un ritorno a politiche multilaterali e a una maggiore collaborazione con l’Europa e altre economie sviluppate.


Al contrario, un ritorno di Trump potrebbe generare preoccupazioni anche agli storici partner commerciali degli USA, con il risultato, sulle borse, di uno spostamento di capitali verso altri mercati, europei o asiatici.


Effetto 5 Novembre, the day after tuesday

Nella storia rurale degli Stati Uniti, il mese di novembre, alla fine dei raccolti autunnali e prima delle grandi nevicate, rappresentava il periodo ideale per votare il futuro Presidente. (Per quanto riguarda la scelta del giorno, leggenda vuole che si sia giunto al compromesso del primo martedì del mese per non votare né la domenica, dedicato alle comunità cristiane, e neppure il primo novembre, anch’esso festivo).


Considerata la ristrettezza della corsa, sembra improbabile che si possa avere un risultato la sera stessa delle elezioni, e più l'incertezza si protrarrà, più i mercati mostreranno una maggiore volatilità”.


Sempre, nella storia delle elezioni, il mercato si è generalmente comportato meglio una volta che il vincitore era evidente e una eventuale impasse, causata da contestazioni o, peggio, riconteggi, è sicuramente lo scenario peggiore per le borse, che, ricordiamo, hanno già vissuto un'esperienza simile nel 2020 quando, sin dalle ore immediatamente successive allo spoglio, il Presidente Trump si rifiutò di riconoscere l’esito delle votazioni e la vittoria dello sfidante, sostenendo la presenza di brogli e annunciando ricorsi legali.


Solo dopo 18 giorni ebbe avvio la transizione, e in quel periodo la volatilità la fece da padrona.


Quindi prima si risolverà lo scrutinio, con il mercato che, in quei giorni, resterà aperto, meglio sarà per gli investitori.


Il mondo, soprattutto quello della finanza, attende la scelta dell'America.

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